I Tribunali sono sempre più concordi nel ritenere che nelle procedure di sovraindebitamento la cessione del quinto operante su stipendi e pensioni vada sospesa.
Ma cos’è la cessione del quinto?
Con la cessione del quinto i lavoratori subordinati e i pensionati possono richiedere finanziamenti il cui rimborso avviene attraverso il versamento di una quota degli stipendi mensili direttamente all’istituto creditizio.
Non è raro che gli stessi soggetti che ricorrono a tale strumento successivamente si trovino in una situazione di sovraindebitamento, ovvero ottengono altri prestiti e aggravano la propria posizione a tal punto da non riuscire più a far fronte con le proprie scarse risorse economiche alla propria condizione debitoria.
Per aiutare il debitore che non riesce più a fare fronte ai suoi debiti è nata la l. “Salva Suicidi”.
Durante le procedure di sovraindebitamento di cui alla suddetta legge, i Tribunali seguono l’orientamento prevalente secondo cui è inopponibile la cessione del quinto, che pertanto deve essere sospesa.
Se al contrario la cessione non venisse sospesa l’istituto creditizio che ha concesso il finanziamento diverrebbe un creditore privilegiato rispetto agli altri, ma, nel corso di una procedura di sovraindebitamento, il credito derivante dalla cessione del quinto non è assistito da alcun privilegio.
In tal senso si è pronunciato anche il legislatore con la legge 18 dicembre 2020, n. 176, di conversione del decreto legge n. 137/2020. Infatti, il comma 1-bis, aggiunto all’art. 8, sancisce che il piano del consumatore può prevedere anche la falcidia e la ristrutturazione dei debiti derivanti da contratti di finanziamento con cessione del quinto dello stipendio.
Il nostro studio si occupa di procedure per la risoluzione della crisi da sovraindebitamento.
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